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La Sede

Il Consolato Generale d’Italia ha sede in un’elegante villa vittoriana costruita nel 1872, una delle poche testimonianze della Toronto ottocentesca e uno degli esempi di stile Secondo Impero più antichi della città. Originariamente, la villa prese il nome di Chudleigh House, dal nome del villaggio del Devonshire in Inghilterra dove era nato il suo primo proprietario, George Lissant Beardmore, mercante facoltoso e di successo. Tra il 1872 e il 1934, la Chudleigh House fu un importante salotto e punto di incontro dell’alta società canadese di Toronto.

Tra il 1890 e il 1901, su ordine del figlio di Beardmore, George Whaten, l’edificio venne restaurato dall’architetto Eden Smith, seguendo lo stile architettonico del Secondo Impero nato sotto il patronato culturale francese di Napoleone III come una variante dello stile neo-barocco. In particolare, venne aggiunta un’ampia ala a due piani nella parte ovest dell’edificio insieme ad una recinzione alta sei metri di mattoni e pietra, e i tetti vennero inclinati nello stile mansardato tipico del gusto tardo ottocentesco.

Dopo la morte di George Whaten nel 1934, l’immobile attraversò fortune alterne e fu oggetto di numerose negoziazioni e passaggi di proprietà fino al 1960 quando, dopo anni di trattative, fu acquistato dalla Comunità italiana e in seguito affidato al Governo italiano nel 1962. Da quel momento, divenne sede del Centro Organizzativo Scuole Tecniche Italiane (COSTI), un centro di formazione atto a favorire l’integrazione degli immigrati italiani nella società canadese. Quindici anni dopo, nel 1977, il COSTI lasciò la Casa d’Italia di Beverley Street, che divenne la sede del Consolato Generale d’Italia.

Con lo scopo di rendere l’edificio adatto ad ospitare il Consolato, ulteriori opere di riadattamento e restauro dei suoi interni furono avviate nel settembre 1977. I lavori, interamente finanziati dal Governo italiano, furono completati alla fine del 1978. Nel gennaio del 1979 la nuova sede venne inaugurata dall’allora Primo Ministro dell’Ontario William Davis e dall’allora Sottosegretario agli Affari Esteri Italiani Onorevole Franco Foschi, alla presenza dell’allora Ambasciatore d’Italia Giorgio Smoquina e dell’allora Console Generale Guido Nicosia. Dal 1 gennaio di quell’anno la sede venne aperta al pubblico, e vi si trasferirono tutti gli uffici del Consolato Generale e dell’Istituto Italiano di Cultura, rimastovi fino all’ottobre 1982, poi trasferito nell’attuale sede di Huron Street.

A riprova della qualità dei restauri effettuati nei tre anni precedenti, Il 7 marzo 1980, in occasione del Civic Honor Day, l’allora Luogotenente Governatore Pauline McGibbon e l’allora Sindaco del Comune di Toronto John Sewell, conferirono al Consolato Generale D’Italia il premio Historical Board Award of Merit, “in riconoscimento di uno straordinario contributo al mantenimento della storia della Città.”

Da un punto di vista strettamente architettonico, la Chudleigh House rappresenta un classico esempio dello stile Secondo Impero di origine francese. Questo stile si diffuse nel Canada del XVIII secolo grazie all’influenza francese nella provincia del Québec, per poi diffondersi nel vicino Ontario nell’800. Anche a Toronto, diversi membri dell’alta società decisero di far progettare e costruire le proprie abitazioni secondo questo stile architettonico: anche solo passeggiando su Beverley St., oltre alla Chudleigh House, si possono notare, tra le altre, la Devon House e la George Brown House.

L’edificio che ospita il Consolato Generale presenta molti degli elementi tipici di questo stile: i tetti a mansarda alla francese e gli abbaini nella parte superiore dei tetti, i cornicioni poggianti su beccatelli decorati, una torretta rettangolare che interrompe la simmetria della facciata principale, il contrasto cromatico tra i mattoni gialli dell’edificio con i tegole scure dei tetti inclinati. A questi elementi tipicamente francesi, si affiancano dettagli che richiamano lo stile vittoriano, in particolare la tipologia delle finestre Erker (o bay window, in inglese). Nel 1981 vennero iniziati ulteriori lavori di restauro degli esterni: in particolare venne completata la recinzione ed ampliato il giardino lungo Beverley Street, nonché posizionata un’asta nel punto più alto dell’edificio in modo da esporvi la bandiera italiana, come richiesto da molti italiani a Toronto. Per quanto riguarda gli interni, da notare gli ampi saloni che possono ancora fregiarsi dell’originalità dello stile vittoriano ottocentesco. Meritevoli di menzione anche i pregevoli stucchi ed i camini in pietra situati nel salone principale.